Il
fabbisogno di personale nei Pronto Soccorso è coperto. Oltre
ai sessanta OSS in arrivo, la ASL Lecce ha provveduto sin da giugno a
rinforzare gli organici infermieristici necessari a rispondere alle esigenze,
anche in base agli accessi registrati, in particolare, nei periodi estivi degli
anni precedenti.

L’Area
Personale, infatti, ha contrattualizzato a tempo determinato un totale di 57
infermieri, sette in più rispetto al preventivato. Va detto che, nello stesso
tempo, vi sono state sedici dimissioni, per cui si è reso necessario assumere
altre unità.

Nel
dettaglio, il Pronto Soccorso dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce ha in organico
41 infermieri a fronte di 7600 accessi (di cui l’84% codici verdi e bianchi)
registrati nell’agosto 2017. Il PS di Gallipoli dispone di 24 infermieri (con
4078 accessi nello stesso periodo), Casarano di 19 (con 3344 accessi), Scorrano
23 (con 2761 accessi). A Copertino, invece, il Pronto Soccorso ha in servizio 25
infermieri (per 3855 accessi, sempre ad agosto 2017), destinati ad aumentare
con la ricollocazione del personale proveniente dai reparti dismessi in base al
Piano di Riordino; discorso valido anche per il Pronto Soccorso di Galatina,
che ha in organico 20 infermieri (per 2425 accessi) e ne riceverà altri
attraverso la prevista ricollocazione.

Si
tratta, come evidente, di una dotazione organica, al netto del personale in
malattia o in ferie, in grado assolutamente di assicurare una adeguata
turnazione (di norma sei infermieri per turno nel Ps del “Fazzi” e tre in tutti
gli altri presidi) e una normale attività in tutti i Pronto Soccorso degli
ospedali salentini, anche nel periodo estivo. Del resto, alla Direzione Generale
non giungono particolari segnalazioni di criticità dalle direzioni ospedaliere.
«Diffondere
notizie diverse e, peggio, non veritiere – commenta il Direttore Generale ASL
Lecce, Ottavio Narracci – non fa altro che generare ingiustificati allarmismi
nella popolazione, di fatto contribuendo a far crescere un senso di sfiducia
verso il sistema sanitario che, invece, ha come obiettivo quotidiano proprio la
garanzia della salute dei cittadini, non disgiunta dalla tutela dei lavoratori.
Naturalmente, per ciò che riguarda l’azienda sanitaria, chi si rende
protagonista della diffusione di tali allarmi dovrà assumersene la
responsabilità».