Lunedì 15 ottobre, alle ore 18 presso l’Officina degli
Esordi di Bari, il movimento Non una di Meno organizzerà una mobilitazione in
coordinamento col resto delle realtà nazionali contro il DDL Pillon.

“Mentre il movimento internazionale delle donne si riuniva
a Francoforte e quello italiano di Non una di Meno a Bologna, i media
continuavano a riportare storie di femminicidi, di stupri, di violenze, di
abusi, uno dietro l’altro, trattando il problema come se fosse un’emergenza
sociale e non una violenza cronicizzata, indipendente dallo status sociale o
dal colore della pelle – si legge in un comunicato -.  Il 1°agosto 2018 è stato comunicato il
disegno di legge 735, intitolato “Norme in materia di affido condiviso,
mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità” che vede quale primo
firmatario l’on. Simone Pillon.”

Il movimento definisce il testo di legge “pervaso da una
logica adulto-centrica che danneggia il minore e il coniuge economicamente più
debole”. “Il DDL introduce una rigida standardizzazione dell’affidamento, che
contravviene alla necessità di personalizzare ogni provvedimento giudiziario di
affidamento, in particolare nei casi di violenza familiare. L’abolizione
dell’assegno di mantenimento pare voler ignorare del tutto la realtà economica
delle famiglie, in quanto un provvedimento così congegnato penalizza
gravemente, oltre che il minore, anche il coniuge economicamente più debole.
Non meno grave è l’introduzione di una misura per la quale il genitore che non
abbia la possibilità di ospitare il figlio in spazi adeguati non potrà tenerlo
con sé nei tempi assegnati, ossia il genitore economicamente più debole pone a
rischio la stessa sua possibilità di vedere il figlio. Non riconoscere che nei
casi di violenza familiare questi sia quasi sempre la donna, ostacolata nella
separazione da ragioni di tipo economico, mostra che chi ha redatto il testo
sia completamente decontestualizzato e non tenga conto di cosa accade nei
tribunali, nei territori e soprattutto tra le mura domestiche”.

“Riteniamo che il DDL 735  – conclude la nota – rappresenti
paradigmaticamente quanto sostanzialmente, la sistematizzazione di un processo
di riappropriazione del potere maschile minacciato dalle nuove norme
transnazionali e in particolare dalla Convenzione di Istanbul”.