Si è svolto questo pomeriggio presso la sede
dell’assessorato al Welfare, in piazza Chiurlia, il primo appuntamento del
progetto “Famiglie senza confini” per l’avvio di esperienze di accoglienza
presso famiglie, coppie o persone singole, di minori stranieri non accompagnati
e neomaggiorenni.

Si tratta di un’iniziativa sperimentale promossa dall’assessorato
comunale al Welfare e affidata alla cooperativa Gea, che gestirà il servizio
per conto del Comune con un’equipe composta da 6 psicologi, 2 assistenti
sociali e 1 educatore. I minori stranieri non accompagnati attualmente ospiti
delle strutture di accoglienza convenzionate con il Comune di Bari sono 225.

All’incontro odierno, che rappresenta un momento
fondamentale per verificare le motivazioni dei partecipanti, hanno partecipato le
18 famiglie, due dei quali residenti in Lazio e Toscana, che hanno già dichiarato
la propria disponibilità a vivere questa esperienza.

“Oggi – commenta l’assessora al Welfare Francesca Bottalico
– avviamo il percorso di accompagnamento per quanti, condividendo l’obiettivo
di questo progetto, si sono resi disponibili ad aprire la propria casa a
ragazzi stranieri non accompagnati per consentire loro di vivere una dimensione
familiare e di poter avere un sostegno educativo. Sono famiglie e singole
persone che, come noi, pensano che questi minori costretti a lasciare troppo
presto le loro famiglie e le loro case, abbiano diritto alla possibilità di
crescere in un contesto affettivo e, in questo modo, di guardare al futuro con
maggiore serenità. A questo primo incontro ne seguiranno altri, necessari per
favorire gli abbinamenti tra famiglie e minori e per individuare un percorso
personalizzato per ciascuno di loro. Con l’equipe di progetto saremo al fianco delle
famiglie affidatarie in tutte le fasi di questa esperienza, consapevoli che
possano presentarsi anche momenti di difficoltà per entrambe le parti. Si
tratta di un progettualità molto flessibile, che potremo modificare  in corsa laddove sia necessario. Con l’avvio
di Famiglie senza confini vogliamo creare un patto educativo, sociale e
fortemente culturale che non riguardi solo le famiglie e i ragazzi migranti ma
che coinvolga anche le istituzioni e l’intera società”.