Sono terminati oggi i lavori allo storico Canale Principale
di Acquedotto Pugliese, che dal fiume Sele porta l’acqua delle sorgenti in
Puglia, dopo aver percorso 245 chilometri. Lunedì scorso, il canale, in grado
di trasportare fino a cinquemila litri al secondo, è stato svuotato per far
fronte alla necessità di verificare lo stato di dissesto ed eseguire lavori di
manutenzione in profondità. Per quattro giorni, l’acqua è, dunque, tornata a
defluire nel fiume Sele.

Oltre cento tecnici di AQP, di cui 15 dedicati nelle
attività di ispezione all’interno della Galleria, sono stati coinvolti nei
lavori di interruzione. Interruzione che, nonostante l’intrinseca complessità,
non ha comportato disagi alla cittadinanza grazie ad un sistema di acquedotti
tra loro interconnessi che fanno di AQP un unicum a livello internazionale.
Grandi impianti di potabilizzazione, serbatoi e impianti di sollevamento
adeguatamente dimensionati hanno garantito la normale erogazione idrica per
tutta la durata dell’intervento. Per eseguire i lavori è stato necessario
procedere all’apertura delle paratie della Galleria Camillo Rosalba, alle
sorgenti Madonna della Sanità di Caposele, sotto l’innevato monte Paflagone,
operazione che per la sua complessità è durata alcune ore.

Solo dopo, i tecnici di Acquedotto Pugliese hanno potuto
accedere al primo tratto del Canale, la Galleria Pavoncelli, ormai privo di
acqua, per eseguire la sostituzione delle sonde che lungo tutta la galleria
segnalano il livello dell’acqua e ispezionare il più possibile in profondità
l’intera galleria, esposta a ogni possibile intervento o sollecitazione della
natura. Costruito tra il 1906 e il 1918, il Canale, attraversa nel suo lungo
tragitto il massiccio appenninico e murgese, e giunge in Puglia, nei pressi di
Monte Fellone in provincia di Brindisi. Soddisfa oltre il 25 per cento
dell’intero fabbisogno idrico della regione. La Grande Opera, nel corso degli
anni, è stata esposta a due eventi sismici di particolare entità ed a diversi
smottamenti causati dalla natura del suolo. Tali fenomeni, uniti alle
caratteristiche costruttive del canale, in parte realizzato in materiale
laterizio, hanno determinato schiacciamenti e lesioni nei tratti più esposti
alle sollecitazioni. Diversi interventi sono stati eseguiti nel corso degli
anni.