Un banco farmaceutico e un progetto per favorire il reinserimento
delle persone in situazione di estrema marginalità. Sono queste le due
iniziative presentate dal Centro di Accoglienza Don Vito Diana in
collaborazione con l’amministrazione comunale. Con Far@Banco l’associazione Ideando ha attivato un
servizio di sensibilizzazione alla donazione dei farmaci, in collaborazione con
la Fondazione Banco Farmaceutico, e di ritiro e distribuzione fisica dei
farmaci ai soggetti, ospiti e non della struttura, indicati direttamente dai
Servi sociali di Bari.Il progetto Sicar Hub della Micaela Onlus, invece, si
rivolge principalmente a persone italiane e straniere in situazione di estrema
marginalità sostenendole e accompagnandole verso l’emancipazione dalla povertà
materiale e dalla emarginazione con l’obiettivo di favorire un reinserimento
attivo nel tessuto sociale e lavorativo. Tutto ciò non solo attraverso
consulenza socio assistenziale e counselling sanitario ma anche grazie
all’ascolto e l’orientamento giuridico.In questo contesto il Centro di Accoglienza Don Vito Diana,
che dal 2008 ospita giovani-adulti, si arricchisce di una serie di servizi
integrati e mirati a favorire l’emersione socio-economica di ciascuna persona,
attuando le finalità del “Programma degli interventi di contrasto alla
grave emarginazione adulta nel Comune di Bari” stilato dalla rete
cittadina per il contrasto alla grave emarginazione adulta.”Da oggi si è aggiunto un tassello in più nell’aiuto
verso le persone più bisognose del nostro territorio, sia italiani che
immigrati – ha dichiarato il direttore Caritas Diocesana Bari-Bitonto, Don
Vito Piccinonna -. In maniera concreta e di concerto con realtà del Terzo
settore e Istituzioni, con il loro l’impegno e generosità, riusciremo a lasciare
una traccia sempre più profonda e percorribile per raggiungere il più possibile
tutti, con un occhio di riguardo per gli esclusi e i dimenticati”.”Siamo soddisfatti che all’interno del Centro
Accoglienza Don Vito Diana – ha commentato la direttrice di Equal Time Flora
Colamussi – si stia sperimentando in concreto il grande potenziale del
Terzo settore, l’armonia della sussidiarietà circolare, la coprogettazione
sviluppata tra l’assessorato al welfare e le varie componenti del welfare
privato. La cooperazione sociale, l’associazionismo, il volontariato laico e
religioso, le Fondazioni, le organizzazioni di rappresentanza, le imprese,
concorrono tutte al raggiungimento di un unico scopo: il welfare comunitario e,
sono convinta, il miglioramento della qualità della vita, la crescita culturale
della comunità”.