Quest
pomeriggio si è tenuta la cerimonia di commemorazione del giovane Michele
Fazio, vittima innocente di mafia, a 18 anni dal suo tragico omicidio. L’iniziativa è
stata organizzata dalla famiglia Fazio, dalla Regione Puglia e dal
Coordinamento Regionale di Libera – associazioni, nomi e numeri contro le
mafie, in collaborazione con il Comune di Bari.

Alla cerimonia sono
intervenuti il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il presidente
di Libera e del Gruppo Abele don Luigi Ciotti, i genitori di Michele, Lella e
Pinuccio, e i rappresentanti di numerose associazioni territoriali che si
occupano di legalità e antimafia sociale.

“Questa di
oggi non è una liturgia – ha detto l’assessore comunale alla Legalità, Vito Lacoppola -. Una manifestazione
che organizziamo per abitudine o per dovere istituzionale. Ma è un’occasione di
rinascita autentica per la nostra città. Un’esperienza tragica di martirio e di
vita che si alimenta, anno dopo anno, attraverso la cultura della memoria e
dell’impegno di tutti i presenti.

Sono trascorsi
18 anni da quella fatidica sera del 2001.

Michele Fazio
aveva appena 16 anni. 16 anni. Era per lui la stagione della speranza, del
futuro, degli amici, della crescita. Una stagione negata e interrotta in un
solo attimo. Quello di un’arma da fuoco che ha incrociato la vita di Michele e
contemporaneamente quella dell’intera comunità.

Perché Michele
rappresentava in quel momento la nostra città: una città fragile, impaurita,
esposta alle mafie e alla violenza quotidiana. Una città a cui la criminalità
aveva sottratto la speranza e il suo cuore antico, questo straordinario centro
storico, all’epoca terreno di scontro e di rivalità endemiche tra clan.

Michele abitava
e coltivava i suoi sogni di ragazzo nella città vecchia. E viveva forte con i
suoi genitori questa straordinaria passione che ancor oggi caratterizza le vite
e i racconti di Lella e Pinuccio.

Quella sera la
mafia, colpendo Michele, ha colpito al cuore di tutti noi. Della nostra
identità, della nostra dignità, della nostra passione, della nostra libertà.

Ma la città ha
reagito. Abbiamo reagito tutti contro questa arroganza. Lo hanno fatto le
istituzioni locali, lo Stato, la Magistratura, le Forze dell’ordine, le scuole,
le associazioni impegnate come Libera nella difesa della dignità e della
giustizia.

E soprattutto
hanno reagito Lella e Pinuccio, trasformando il tragico dolore di una famiglia
in una battaglia civile collettiva.

A loro dobbiamo
tanto, tantissimo. Al coraggio di chi ha resistito dentro la città vecchia e ha
capito che da lì bisognava ripartire per ricostruire una città migliore.

18 anni sono
tanti. E la speranza che hanno tolto a Michele rivive nei bambini di Barivecchia
che oggi possono giocare più tranquilli per strada in un borgo in gran parte
liberato dalle mafie e restituito alla cittadinanza, alla vita sociale, alla
cultura. Rivive nella testimonianza che tutti i giorni Lella e Pinuccio
pazientemente regalano ai ragazzi nelle scuole, spiegando loro da che parte
stare e che si può esprimere un attivismo antimafia, praticando il rispetto
reciproco e l’istruzione. Rivive nei tantissimi volontari e attivisti di Libera
che lottano quotidianamente al fianco di Don Ciotti in questo straordinario
percorso di impegno civile nazionale contro le mafie e la violenza. Rivive
nelle fasce dei tanti amministratori locali che difendono il proprio
territorio, i diritti dei più deboli e i beni comuni.

La strada è
ancora in salita ma, a nome dell’amministrazione comunale, sento di dire grazie
a Michele, ai suoi familiari e a tutte le vittime innocenti di mafia. Perché la
tragica testimonianza ci ha restituito un coraggio che prima non avevamo”.