Dopo 12 anni la famiglia di un
33enne barese, morto in moto finendo contro un guardrail sulla Statale 16 in
uno dei ‘curvoni’ di Palese (Bari), sarà risarcita dall’Anas perché quel
guardrail non era sicuro.
    Il Tribunale civile di Roma ha condannato
l’Anas a risarcire in quanto “la barriera protettiva presentava una
discontinuità suscettibile di aggravare le conseguenze di un impatto”: ad
una parte più bassa ne seguiva una più alta e sporgente. L’incidente avvenne
nella tarda serata dell’8 aprile 2007, ad elevata velocità: il motociclista
“agganciò” la parte sporgente del guardrail metallico, che gli
trapassò il corpo. Il Tribunale ha ora riconosciuto la responsabilità
dell’Anas, condannandola a risarcire i genitori, sia pure attribuendo un
concorso di colpa alla vittima per aver superato i limiti di velocità.
    In precedenza il procedimento penale era
stato archiviato e la famiglia decise, nell’aprile 2013, assistita dagli
avvocati Ettore Gorini e Giammichele Lorusso, di citare l’Anas al Tribunale
civile.