Cinque campionamenti su 29 eseguiti lungo le coste pugliesi
risultano fuori dai limiti di legge, di questi 3 sono “fortemente
inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci che continuano a
riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati come nel caso dello sbocco della vasca
di Boccadoro a Trani (Bat), la foce del canale in contrada Posticeddu sul
litorale Apani, a Brindisi, e il canale di scarico di Marina di Leuca a
Castrignano del Capo.

 

È in sintesi l’esito del monitoraggio svolto
lungo le coste pugliesi dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la campagna
di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo
stato di salute delle coste e delle acque italiane, presentato questa
mattina in conferenza stampa a Bari da Francesco Tarantini, presidente
Legambiente Puglia e Mattia Lolli, Portavoce Goletta Verde, alla presenza
di Vito Colucci, direttore generale Autorità Idrica Pugliese, Vito
Bruno, direttore generale Arpa Puglia e del Contrammiraglio Giuseppe Meli, direttore
marittimo della Puglia e della Basilicata ionica.

 

“È ora di dire basta ad ogni forma di alibi –
dichiara Mattia Lolli portavoce della Goletta Verde – e di
intervenire in maniera decisa per porre fine a queste emergenze che causano
danni all’economia, al turismo e soprattutto all’ambiente, a partire dalla
gestione delle acque reflue e al miglioramento del nostro sistema depurativo.
Non va dimenticato che sono già quattro le procedure di infrazione comminate
all’Italia dall’Ue con un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia arrivato
pochi mesi fa. Soldi che avremmo potuto spendere per progetti innovativi a
tutela del mare. L’obiettivo del nostro viaggio è mantenere alta l’attenzione
contro la mala depurazione, le trivellazioni di petrolio, il cemento illegale e
il marine litter. Crediamo siano questi i veri nemici del mare da fermare ad
ogni costo, purtroppo ci sembra che l’attenzione del Governo, e spesso anche
delle amministrazioni locali, sia diretta su tutt’altro”.

 

“Il risultato del monitoraggio di Goletta Verde è
positivo nel suo complesso – afferma Francesco Tarantini, presidente di
Legambiente Puglia – anche se permangono criticità su tutti i tratti di mare
interessati dalle foci di fiumi e canali. Rispetto allo scorso anno non
cambia di molto la situazione sul fronte della depurazione: restano tre gli
impianti che continuano a scaricare nel sottosuolo mentre salgono a
quarantaquattro quelli soggetti a scarichi anomali. Il 23% dei depuratori
pugliesi continua a non essere conforme alla direttiva europea sulla
depurazione mentre procedono gli interventi di potenziamento/adeguamento,
compresi quelli per il contenimento delle emissioni odorigene. Viste le
numerose iniziative finalizzate ad affinare le acque reflue depurate, chiediamo
alla Regione Puglia di lavorare per il massimo riutilizzo di queste in
agricoltura”.