Questo pomeriggio la giunta comunale ha
approvato la delibera con cui si autorizza alla sottoscrizione del protocollo
di intesa integrativo tra Ministero della Giustizia, Agenzia del Demanio, Città
metropolitana di Bari, Comune di Bari, Provveditorato interregionale delle
OO.PP, Corte di Appello di Bari e Procura generale presso la Corte d’appello di
Bari per la realizzazione dell’intervento “Polo della giustizia di
Bari” presso l’area occupata dalle caserme dismesse Capozzi e Milano.

Nel dispositivo approvato si indica il
direttore generale del Comune di Bari quale componente del Tavolo tecnico
istituito presso il Ministero della Giustizia per sviluppare la collaborazione
interistituzionale finalizzata all’attuazione del protocollo stesso e alla
risoluzione di tutte le criticità connesse alla vicenda.

Il protocollo viene
sottoscritto dall’amministrazione comunale ad esito delle risultanze
dell’analisi di prefattibilità redatta dalla società Invitalia spa (Agenzia
nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa),
incaricata nell’ambito del Patto per lo Sviluppo della Città Metropolitana di
Bari, sottoscritto il 17 maggio 2016 dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri e dalla Città metropolitana di Bari.

Nella suddetta analisi, su impulso
dell’amministrazione comunale, Invitalia ha proceduto anche alla disamina
puntuale “dei differenti scenari localizzativi” delle sedi dove
potrebbero svolgersi le funzioni di giustizia esercitate nella città di Bari,
contemplando le diverse ipotesi formulate negli anni, agli atti
dell’amministrazione civica, allorquando la materia dell’edilizia giudiziaria
rientrava ancora nelle competenze comunali.

Le ipotesi considerate avevano previsto un
ampio intervento a carattere urbanistico ed edilizio, ispirato alla
collaborazione partenariale tra pubblico e privato:

1. la prima ipotesi, fondata sul
consolidamento delle strutture giudiziarie nel quartiere Libertà, attraverso il
potenziamento delle sedi esistenti e la realizzazione della nuova sede prevista
in C.so della Carboneria;

2. la seconda, fondata sul concentramento
delle sedi giudiziarie attorno all’area di corso della Carboneria e via
Nazariantz, con dismissione della sede ubicata in piazza de Nicola;

3. la terza ipotesi, fondata sulla
delocalizzazione in altra area, presumibilmente esterna al tessuto urbano di
tutte le sedi giudiziarie, dismettendo quelle esistenti.

 

Nella valutazione costi/benefici condotta
da Invitalia, sulle prime due ipotesi di lavoro sono emerse in modo evidente
alcune criticità:

·        diseconomie nella gestione
delle funzioni giudiziarie per via della frammentazione in più sedi che, seppur
prossime, resterebbero separate;

·        diseconomie legate agli
spostamenti degli utenti del “sistema giustizia”;

·        conseguente duplicazione
degli spazi accessori connessi alla presenza di più sedi;

·        allocazione in difformità
della strumentazione urbanistica.

 

L’unico beneficio evidenziato, e di
interesse preminente per le politiche di governo del territorio e delle
dinamiche sociali, sarebbe la permanenza nel quartiere Libertà di funzioni che
costituirebbero un volano per processi di rigenerazione urbana del quartiere.

Tuttavia, nell’ipotesi di
delocalizzazione, l’amministrazione comunale ha già manifestato l’impegno
all’utilizzo per funzioni terziarie preminenti dell’immobile di piazza de
Nicola, prevedendo l’allocazione dei servizi tecnici, amministrativi e sociali
del Comune, azzerando così le locazioni passive, come auspicato nei piani di
contenimento della spesa comunale.

 

L’esame ha inoltre preso atto nella
recente circostanza che l’immobile di via Nazariantz, già sede delle funzioni
penali è stato oggetto di revoca di agibilità (Ordinanza dirigenziale n.
2018/01172 del 31/5/2018) e le funzioni giudiziarie ivi esercitate sono state
trasferite altrove.

La condizione di oggettiva e definitiva
inutilizzabilità del suddetto immobile è stata perciò ritenuta fortemente
pregiudizievole per le alternative che prevedevano proprio l’utilizzo
dell’immobile di via Nazariantz, con la conseguenza che l’unica alternativa
praticabile è stata considerata quella di realizzare, in altre zone della
città, una sede unica per l’esercizio di tutte le funzioni della Giustizia.

 

Il protocollo sarà siglato a Roma, presso
la sede del Ministero della Giustizia, il prossimo 30 luglio.