Le notizie di cronaca disegnano di frequente i
giovani come esser i senza stimoli, che vivono le giornate dando sfogo
ai loro istinti incontrollati. Non si può generalizzare poiché nell’universo
giovanile esistono tante situazioni diverse e i comportamenti
negativi riguardano quasi sempre una stretta
cerchia che non può essere rappresentativa di una società. Nella
maggior parte dei casi i ragazzi un po’ deviati, vivono realtà
difficili, carenti di valori, di buoni esempi e di certezze su cui tracciare un futuro, a
volte anche un passato su cui basarsi. Certo tali reazioni non vanno
assolutamente giustificate, ma questo lato oscuro dei giovani
è certamente il modo di mascherare debolezze o di dare voce
ad un Paese che non è ancora pronto ad ascoltare. Cosa offre la
società? Quali alternative per uscire da quell’imbuto di realtà
negativa? Oggi, molto più di ieri, la maggior parte dei giovani
sono istruiti, sanno usare le tecnologie d’avanguardia, conoscono le lingue,
hanno coraggio di muoversi nel mondo, non si stupiscono della diversità e
credono ancora nel merito e nella solidarietà. Ognuno con le loro storie e d aspirazioni,
terminati gli studi, si impegnano a trovare un lavoro per diventare autonomi.
Aspettano fiduciosi delle risposte che spesso, troppo spesso, tardano ad
arrivare e da qui le delusioni che rischiano di tradursi in rassegnazione e
sfiducia nella loro capacità, situazione aggravata da mancanza di ideali e
da un clima di incertezze. Non bastano i buoni propositi per combattere
la disoccupazione giovanile. Il superamento
delle criticità deve cominciare dal considerare i
giovani elementi essenziali per lo sviluppo e la crescita della
società in tutti i sensi, nel valorizzare tale capitale
umano, i tanti talenti  formandoli e mettendo a frutto le
loro innate capacità. È fondamentale iniziare a
guardarli con occhi diversi, dare loro
più fiducia, capirli, canalizzare e mettere a frutto la
loro spontanea energia, investire nelle tante
potenzialità e idee innovative utili a rigenera re questa
vecchia società di pregiudizi. È riduttivo sentenziare sui
giovani e, come accade abitualmente, limitandosi alle
apparenze, classificandoli come
“bamboccioni” o “giovani senza ideali ” senza approfondire un
fenomeno più complesso che racchiude aspetti socio-culturali e d economico-politici. La famiglia
fa molto, e a volte molto poco, a seconda della personale
situazione economica e dalle innumerevoli  difficoltà legate
alla conciliazione di tempi di vita, ma il ruolo
determinante in tutto questo risiede nel la
politica sociale  che deve  portare avanti
progetti di innovazione didattica, correlandoli al digitale
e alle tecnologie, promuove re iniziative sinergiche tra
istruzione e imprese incentivando il dialogo tra sistema formativo e
produttivo, come quello dell’alternanza scuola-lavoro che potrebbe presto divenire un punto di forza come
già sta accadendo in molti altri paesi europei, dando ai
giovani, e in tempi brevi, la possibilità di realizzarsi nel mondo del
lavoro. Il futuro del nostro Paese è legato ai giovani e investire
sui di loro è la strada giusta. Attenzione, perché i tanti giovani che
capiscono che i l loro futuro non si realizza qui, vanno
a cercarlo altrove. Non lasciamo che l’Italia si
impoverisca, salviamo il nostro futuro!