Un mix sonoro
che spazia dal puro piano jazz all’elettronica, passando per le contaminazioni
nordeuropee, il trip-hop anglosassone e i richiami alla musica orientale.
Metteteci anche il fascino di un concerto alle prime luci dell’alba, e la
combinazione assumerà contorni magici. Alle ore 5.30 il sole non avrà ancora
iniziato a brillare nel cielo quando domenica 4 agosto, sul palco del Lungomare
Castello di Mola di Bari, per l’AgìmusFestival, in collaborazione con la Notte
Bianca dei Giovani (ingresso libero), saliranno Kekko Fornarelli e Roberto
Cherillo, che faranno splendere la musica del loro progetto intitolato –
neanche a farlo apposta – Shine. Un progetto a nome del quale poco meno di un
anno fa hanno dato alle stampe il disco “Matter of Time”, sintesi perfetta di
due rare personalità artistiche.

Da un lato
Roberto Cherillo, sperimentatore fuori dall’ordinario, pianista, compositore e
tra le voci maschili più apprezzate in Italia, con studi d’avanguardia sui
timbri e sulla voce. Dall’altro Kekko Fornarelli, pianista, produttore e
compositore barese capace di “dipingere” situazioni sonore, dopo aver
sviluppato uno stile unico caratterizzato dal tentativo di creare musica da
osservare, più che da ascoltare. Insomma due sensibilità molto particolari, che
fanno ampio uso dell’elettronica, amalgamando i propri interventi con le
distorsioni create dai synth per un risultato particolarmente seducente. Perché
le atmosfere di Shine possiedono quella forza evocativa capace di incantare
qualsiasi ascoltatore, anche il più distratto. 

«Amo la
sensazione di rapimento che la musica mi dà», racconta Fornarelli, autore
sinora di sei album, “Circular Thought”, “A French Man in New York”, “Room of
Mirrors, “Outrush”, “Abaton” e, per l’appunto, “Matter of Time”. «Sono uno
strumento nelle mani della musica, ma libero allo stesso tempo di dare voce a
quello che ho vissuto e che vivo, attraverso un linguaggio autentico, fatto di
cellule, di muscoli, di ricordi, di emozioni, che riesce a tradurre anche il
mio silenzio. E la mia curiosità è un viaggio continuo, che mi porta sempre al
di là della forma, sorprende il mio respiro in infiniti modi nuovi, tutti da
raccontare e da vivere». Pensieri che si fanno suono. E lasciano il segno, in
un «equilibrio quasi perfetto di tensione e libertà», come ha scritto Alison
Gunn sul “Financial Times”. Di Fornarelli ha parlato anche John Fordham del
“Guardian”, che ha definito il musicista pugliese «uno strumentista provetto
dalle radici classiche e una sottile mente da improvvisatore».

Risale al 2012
l’incontro con Cherillo, che nel 2009 (con il trio Omparty) si era aggiudicato
il premio Suoni di Confine al MEI di Faenza per l’album d’esordio “L’isola
della pomice”, seguito nel 2011 da “Soffice” con Luca Aquino, progetto nato
come tributo a Chet Baker. In carriera, Cherillo ha anche realizzato diverse
composizioni per spettacoli teatrali, tra cui quella per “Italianesi”, il
monologo di Saverio La Ruina (Premio UBU 2012) della compagnia Scena Verticale.