Seconda giornata
dell’XI edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo di Otranto, domani 3
settembre, con tanti temi e quattro diversi appuntamenti che si alterneranno a
partire dalle ore 20.30 fra Piazza del Popolo e Largo Porta Alfonsina.

“Far Web”, turismo, diritto all’informazione,
Islam e donne, gli argomenti della seconda giornata, che saranno affrontati da
rappresentati delle Istituzioni, operatori, esperti, accademici e giornalisti. I
seminari sono accreditati dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti.

Il
festival, che proseguirà sino a domenica 7, è promosso e organizzato
dall’associazione “Terra del Mediterraneo, e realizzato in partnership con l’Assessorato alla Promozione
Turistica della Regione Puglia; il Corecom Puglia; la Consigliera di Parità
della Regione Puglia; l’Adisu, Agenzia per il diritto allo Studio della Regione
Puglia. Partner istituzionali: Ambasciata del Regno del Marocco, Ambasciata del
Regno di Giordania, Ambasciata della Repubblica di Tunisia, Sovrano Ordine di
Malta.

Contenuti e programma di domani 3 settembre:

 

3 settembre, ore 20.30, Piazza del Popolo

“Far Web”: verso nuovi modelli di controllo?”

Interventi di Oronzo Trio, Università del Salento; Maria
Pia Vigilante, avvocata; Leo Palmisano, sociologo. Modera Antonio Della Rocca,
Corriere del Mezzogiorno.

 

Probabilmente
si chiamerà “Fake Free” – il nome ancora è tutto da decidere – e sarà un’app
che potrà consentire a chiunque di smascherare una fake news, di appurare cioè se una
notizia sia falsa e se sia stata immessa nel mare magnum del web da una
macchina o da un umano. Fantascienza? No,il succo di un progetto tutto made in
Puglia  al quale sta lavorando la
cooperativa Radici Future Produzioni in collaborazione con l’Università di Bari,
e che verrà presentato domani al Festival dei Giornalisti del Mediterraneo da Leonardo
Palmisano, sociologo barese e presidente della suddetta cooperativa. “La
falsificazione delle notizie ha due grandi mercati”, sottolinea Palmisano. “In
primis tutto il continente americano e la Russia, ma anche per noi questo è un
tema assolutamente prioritario, in quanto l’Italia è la porta d’ingresso in
Europa per i più sofisticati sistemi di produzione di fake news. Ecco allora
l’urgenza, come ci confermano i recenti fatti di cronaca e di politica, di affrontarlo
dal punto di vista tecnico, ma anche con la prospettiva dell’utilizzo pubblico,
ovvero con un’app in grado di decodificare la falsità. Abbiamo appena creato un
algoritmo che individua stili testuali che alludono alla invenzione di notizie
non verificabili; ora stiamo lavorando alla costruzione di un software che
capisca se un testo sia stato congegnato in modo volutamente finto, con quali
livelli di falsificazione e se sia stato prodotto da un essere umano o da
un’altra macchina.  Siamo certamente i
primi in Italia e probabilmente i primi al mondo a farlo non attraverso i
sistemi militari, ma in ambito accademico”.  Il progetto infatti gode della collaborazione
di ricercatori senior e di una convenzione con il Dipartimento di Informatica
dell’Università di Bari, e coinvolge alcuni laureandi dell’ateneo barese che
discuteranno la tesi sull’argomento. “Il nostro obiettivo è arrivare a smontare
ogni narrazione falsa: uno strumento che immaginiamo pubblico”, conclude
Palmisano, “fruibile da chiunque, in 
modo che ogni ragazzo, ogni elettore, ogni persona abbia, col proprio
smartphone, la possibilità di verificare la veridicità di notizie e fatti”. Internet,
nato come spazio di libertà, si presta infatti anche a usi non del tutto
ortodossi, considerata appunto la pressoché assenza di controlli in rete: “Considero
una scelta importante e opportuna aver inserito anche queste tematiche nel
programma del Festival”, spiega infatti Maria Pia Vigilante, e trovo
interessante il gioco fra le definizioni “Far West” e “Far Web”, che
alleggerisce un argomento complicato già di suo. Per quanto riguarda le
tematiche che mi toccano da vicino, come la violenza di genere sulle donne, i
social si stanno rivelando un vero e proprio Far West, appunto, pertanto
l’approfondimento e la sensibilizzazione sono quanto mai opportuni, non solo
per le donne ma anche per i minori, sempre più presenti sui social, affinché
conoscano i pericoli e i reati che si nascondono nel web”.

 

3 settembre, ore 22, Piazza del Popolo

“Turismo,
bandiere blu, incoming, fare impresa. Il ruolo strategico della Puglia
nell’ambito del Mediterraneo”

Interventi di Loredana Capone, assessore all’Industria
culturale e turistica della Regione Puglia; Stefano Minerva, presidente della Provincia
di Lecce; Pierpaolo Cariddi, sindaco di Otranto; Alessandro Garofalo, esperto
di formazione manageriale. Modera Massimo Salomone, coordinatore gruppo tecnico
turismo Confindustria Puglia.

 

La Puglia, spiega Loredana Capone, assessore all’Industria
turistica e culturale della Regione Puglia, rimane la meta preferita per le
vacanze: “La sfida, ora, è lavorare per garantire un’accoglienza sempre
migliore e ospitare i turisti tutto l’anno: in particolare gli stranieri, che
in questi ultimi tre anni sono aumentati di oltre il 50 per cento. I risultati
sono sempre frutto di un lavoro di squadra, e sappiamo anche che nel Mediterraneo
la competizione è forte, ma noi non vogliamo entrare in conflitto con altre
destinazioni, bensì generare alleanze e occupare quello spazio così ricercato
che l’autenticità del nostro territorio, della nostra cucina e della nostra
gente garantisce”. Una gestione oculata dei flussi turistici, d’altronde,
contribuisce alla tutela degli ambienti, “e in un luogo particolarmente
delicato come il Salento, ricco di monumenti, paesaggi, aree rurali bisogna
promuovere un turismo controllato, perché altrimenti si rischia di rovinare
proprio le nostre risorse turistiche. Noi salentini abbiamo un mix di mare
pulito, storia, musica ed eventi, ma è indubbio che ci sia bisogno anche di
servizi moderni e professionalità”, aggiunge il sindaco di Otranto Pierpaolo
Cariddi, “perché pensare di risolvere ogni cosa con la narrazione del
territorio sarebbe sbagliato: il turista vuole anche essere servito come si
deve. Questa sarà la nuova sfida”.

 

3 settembre, ore 20.30, Largo Porta Alfonsina

“Diritto all’informazione e dovere di rettifica”

Interventi di Daniele Piervincenzi, Rai 2; Antonio De Donno,
procuratore della Repubblica di Brindisi; 
Paolo Di Giannantonio, Tg1 Rai. Modera Patrizio
Nissirio, Ansa

 

La violenza, di questi tempi, è immanente nella nostra
società, “per particolari ragioni storiche”, afferma Antonio De Donno,
procuratore della Repubblica di Brindisi, “ed è necessaria un’evoluzione
culturale per contrastare questo fenomeno, che riguarda i giornalisti ma anche
i medici e poi le donne”. La crisi economica e una sorta di incattivimento
collettivo tra i motivi di questo cambiamento, che determina sotto-fenomeni
come il bullismo on line e il “revenge porn”, conclude il procuratore, “ma non
sono motivi sufficienti per spiegare tutto questo: così dobbiamo interrogarci
tutti al riguardo”. E a volte, appunto, la violenza riguarda gli stessi
giornalisti: lo sa bene Daniele Piervincenzi, Rai 2: “Ho raccontato la politica
e ho raccontato gli ultimi, due mondi lontanissimi ma  entrambi, in alcuni casi, ostili ai
giornalisti. Diritto all’informazione è poter fare domande, ovunque, a
chiunque. Senza rischiare la propria incolumità, o la gogna”.

 

3 settembre, ore 22.30, Largo Porta Alfonsina

“Il dialogo possibile. Islam, diritti sociali e
condizione femminile”

Interventi di Anna Grazia Maraschio, consigliera di parità
della Regione Puglia; Luigi Spedicato, sociologo; Cristina Giudici, Nuove
Radici World. Modera Ilaria
Pellegrino, giornalista

 

Le donne
musulmane svolgono un ruolo cruciale all’interno dei processi di trasformazione
e modernizzazione dei Paesi arabi, e la “questione femminile” è diventata un
nodo politico emblematico delle tensioni tra Islam e Occidente, musulmani e
culture politiche europee. Proprio per questa centralità, spiega il sociologo Gigi
Spedicato, “l’Occidente è chiamato, più che a “parlare” del rapporto tra Islam
e donne, ad “ascoltare” le voci femminili che parlano di un mondo spesso assai
differente dagli stereotipi e dalle narrazioni mediali”.  Cristina Giudici, con la ricchezza di
un’esperienza ventennale sul tema, racconterà quello che succede nelle famiglie
musulmane in Italia e del rapporto con il contesto sociale esterno, “dei
diritti negati e delle controversie legate alla religione e alle consuetudini
dei Paesi del Mediterraneo: il velo, la parità dei generi, i conflitti
intergenerazionali”. Si parlerà inoltre del modo di vivere e interpretare la
religione islamica dalle famiglie più tradizionaliste, “e delle contraddizioni
con cui sono spesso costretti a fare i conti i figli nati in Italia, che hanno
assorbito una cultura diversa”.