Il
Presidente Luigi De Laurentiis ha accolto personalmente Vincenzo
Vivarini al suo arrivo allo stadio San Nicola alla vigilia della
sfida con il Monopoli, ed è lui stesso a fiancheggiare il neo tecnico
biancorosso nella prima uscita pubblica di presentazione agli organi di
informazione:  

«Voglio
innanzitutto salutare e ringraziare mister Cornacchini per quanto ha fatto con
noi, per il ritorno immediato nei professionisti e per un impegno mai mancato.
Questi sono momenti che fanno parte del calcio e la mia famiglia non ha
iniziato ieri in questo ambiente. Fa di certo effetto, è il mio primo esonero;
questa è un’azienda composta da professionisti che ci mettono cuore e anima, un
gruppo di lavoro che non si risparmia mai. Non c’è delusione, le difficoltà
fanno crescere, ci spingono ad avere ancora più attenzione. Quella di Vivarini è
una scelta mirata, per le sue caratteristiche da allenatore, studioso, per la
cura tecnico-tattica di ogni dettaglio, ma anche per il suo aspetto umano».

«Fare
spettacolo, il calcio è questo in fondo. E l’unico modo per fare spettacolo è
avere il controllo del gioco e avere in mano il possesso palla. Dominare
attraverso la mentalità; una mentalità vincente». Parole e musica di
mister Vivarini che questa mattina si è ufficialmente presentato alla
piazza barese: «Credo che una piazza migliore di Bari non ci sia, adesso
bisognerà lavorare per raggiungere insieme gli obiettivi prefissati. Ci tengo a
salutare mister Cornacchini».

Il primo
assaggio di calcio giocato ieri sera nella sfida finita in parità contro il
Monopoli: «Il primo tempo può rappresentare un punto di partenza, atteggiamento
giusto, baricentro alto; ovvio che senza l’ingenuità del rigore avremmo chiuso
il primo tempo in vantaggio e questo ci avrebbe permesso di affrontare meglio
la ripresa. In questo momento manca un po’ la vittoria, ma ripartiamo
dagli aspetti positivi. Non si poteva certo stravolgere nulla, ho cercato di
far passare pochi concetti ma ben chiari; bisogna dare idee, compiti da
svolgere in campo e per fare questo bisogna essere preparati, non si può essere
approssimativi; il calcio ha aspetti imponderabili e imprevedibili, la
preparazione aiuta a limitare tali aspetti. Cerchiamo la nostra identità e di
certo bisognerà crescere in intensità; c’è da lavorare, ma la squadra ha
voglia. Adesso faremo un’analisi attenta e prenderemo le decisioni opportune
per sfruttare al massimo il capitale tecnico e umano a disposizione,
valorizzare le capacità dei singoli in funzione della squadra. Non sarà mai
questione di modulo, ma di atteggiamento, non far giocare la squadra
avversaria, avere idee chiare. Serve mentalità vincente, ci sono tutti i
presupposti per fare bene, ma saremo noi a decidere le nostre sorti».