Nei giorni che precedono immediatamente la Giornata
mondiale del migrante e del rifugiato, domenica 29 settembre, papa Francesco ha
mandato il suo Elemosiniere cardinal Konrad Krajewski a visitare i
cosiddetti “ghetti” del del foggiano: Borgo Mezzanone e il Gran
ghetto di San Severo.Questa mattina l’Elemosiniere, accompagnato dal vescovo di San Severo, Giovanni
Checchinato, e dall’arcivescovo di Foggia-Bovino, Vincenzo Pelvi, è andato
in due di questi insediamenti, in forma di baraccopoli o masserie abbandonate,
per incontrare migliaia di lavoratori agricoli, per la maggior parte migranti
provenienti dall’Africa (principalmente dalla Nigeria, Ghana, Senegal e
Gambia), che vivono in condizioni di grave precarietà a livello giuridico,
abitativo e sanitario.

Con questo gesto il Pontefice desidera essere vicino a
tutte queste persone vittime dello sfruttamento, dell’emarginazione e
dell’esclusione, portare una parola di speranza e farsi voce del loro grido di
aiuto in una società che sviluppa “al proprio interno la tendenza a un
accentuato individualismo che, unito alla mentalità utilitaristica e
moltiplicato dalla rete mediatica, produce la globalizzazione
dell’indifferenza”, come recita il messaggio di Francesco per la Giornata
del migrante e rifugiato.

Questa visita vuole far risuonare con forza le parole di Papa Francesco:
“La risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si può
riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ma
questi verbi non valgono solo per i migranti e i rifugiati. Essi esprimono la
missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali,
che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati. Se mettiamo in
pratica questi verbi, contribuiamo a costruire la città di Dio e dell’uomo,
promuoviamo lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e aiutiamo anche la
comunità mondiale ad avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile che si
è data e che, altrimenti, saranno difficilmente raggiunti”.