Il comune di Bari ha intitolato l’ultimo tratto di via
Libertà, tra via don Bosco e via Scipione l’Africano, a Stefano Speranza,
giovane ingegnere, prematuramente scomparso, attivissimo nel quartiere Libertà
in ambito sociale. A seguito della petizione promossa dell’Unione ex allievi
Don Bosco – Istituto Salesiano Redentore, l’amministrazione comunale,
intitolandogli un’area di circolazione nelle vicinanze dell’Istituto, ha inteso
tributare il doveroso riconoscimento della comunità a Stefano Speranza che ha
ideato e realizzato numerose manifestazioni culturali e progetti innovativi per
i giovani e altre iniziative sociali per i cittadini residenti nel quartiere,
che ancor oggi lo ricordano con affetto e orgoglio. 

“È giusto che le strade e i muri della città portino
il nome dei cittadini che hanno amato la comunità che ha attraversato questi
luoghi – ha commentato l’assessore Galasso –. Stefano Speranza non ha
solo amato questo quartiere e questa città, ma ha anche dedicato parte del suo
tempo e della sua vita per far si che la comunità barese e del quartiere
Libertà crescesse, investendo energie nella cura dei più piccoli e dei giovani,
nel solco degli insegnamenti di Don Bosco e dello straordinario lavoro che i
Salesiani portano avanti per le persone che vivono un momento di difficoltà
sociale, economica e umana della nostra città”.

 

Stefano Speranza

Nasce a Bari il 5 luglio 1950. Dopo aver frequentato le
elementari nella scuola Maria Josè, attualmente complesso Don Bosco, frequenta
le scuole medie presso l’Istituto Giovanni Pascoli e il liceo scientifico allo
Scacchi, sempre a Bari. La sua carriera scolastica è contraddistinta da
risultati eccellenti: si iscrive all’Università di Bari, Facoltà di Ingegneria,
dove consegue la laurea con il massimo dei voti e la lode. Subito dopo la
laurea, nonostante una malattia gravissima (la sclerosi a placche), che gli
rende difficile ogni movimento e poi lo rende completamente immobile, svolge la
professione di ingegnere alle dipendenze di una società per la quale è autore
di progetti che vengono realizzati anche all’estero. Cresciuto nell’ambiente
dell’Oratorio Salesiano di Bari, si fa promotore di iniziative nel quartiere
Libertà di Bari, il suo quartiere, consentendo a ragazzi indigenti di superare
le difficoltà della loro vita familiare e di inserirsi a pieno titolo nella
vita sociale. Punto di riferimento umano e sociale, ha aiutato tutti,
ispirandosi ai principi democratici, liberali e cristiani, secondo gli
insegnamenti del Concilio Vaticano II. Innumerevoli sono i giovani passati dai
suoi gruppi di doposcuola, nei quali giovani studenti universitari mettono a
disposizione il loro tempo libero gratuitamente per fare lezione ai bambini
bisognosi. Organizza cineforum frequentati da centinaia di persone e i cui
dibattiti, sotto la sua guida, si protraggono per ore. Sposato con una compagna
di studi, è uno dei primi a riconoscere nei consultori familiari la giusta
risposta ai problemi che attanagliano molte famiglie. Promuove e mette su, nel
quartiere Libertà, senza concorso di contributi di alcuna specie, un gruppo di
ascolto per le famiglie, composto da giovani psicologi e volontari. Tutto
questo mentre la malattia progredisce fino a renderlo immobile, costringendolo
a comunicare con l’esterno solo attraverso il movimento delle palpebre. Nella
sua breve vita, segnata dalle limitazioni della sua tremenda malattia, Stefano
Speranza ha saputo dar vita ad iniziative che all’epoca erano assolutamente
innovative, e che poi si sono affermate nei decenni a seguire.

È stato punto di riferimento dei giovani e dei meno giovani
che si rivolgevano a lui, mostrando un coraggio e una fermezza d’animo che
lasciava sorpresi tutti quelli che incontrava. L’allora Vescovo di Bari, Mons.
Ballestrero, recatosi in visita a Speranza, dichiarò: “sono andato per
consolare , ma sono stato consolato”. Stefano Speranza è morto a Taranto
il 18 giugno del 1986.