“Domani
a Bari, grazie al lavoro delle parrocchie dei comuni dell’area metropolitana e
della regione Puglia, arriveranno 40 mila persone per partecipare a una grande
preghiera con Papa Francesco. Chiunque è libero di partecipare o meno
all’evento che, ricordiamo, è stato organizzato per riflettere insieme sul
fatto che siamo parte di un mondo in cui persone e comunità sono legate e che
tutti insieme abbiamo la responsabilità di lavorare per la Pace”. Così il
sindaco di Bari, Antonio Decaro, risponde alla richiesta di alcuni cittadini baresi
di annullare l’evento organizzato dalla CEI che terminerà con la santa messa
celebrata da Papa Francesco.

“A
chi sta chiedendo di bloccare questo evento per la
paura di un contagio – spiega Decaro – ho il dovere di ricordare che ogni
giorno arrivano a Bari centinaia di migliaia di persone per lavoro, studio,
cure mediche, shopping, svago e turismo, affollando strade, università, centri
commerciali, ospedali, stadio, palazzetti dello sport e della musica. Dovremmo
bloccare tutto questo? Dovremmo bloccare la vita della nostra città?
Non credo al momento sia opportuno bloccare la
città e comunque non sarebbe possibile farlo senza una richiesta delle autorità
sanitarie competenti. Le paure ci spingono a rompere le relazioni. La
paura della malattia è una delle paure più forti. Va combattuta con le corrette
informazioni e le conoscenze scientifiche.
Al momento nessuna autorità sanitaria ha ravvisato l’opportunità di attuare
misure restrittive nella nostra regione e fino a quando non giungono
prescrizioni da parte delle autorità sanitarie (di cui dobbiamo fidarci!), non
c’è nessuna ragione di rinchiuderci in casa”.

“Io
domani sarò in piazza della Libertà. Sarò a salutare Papa Francesco e pregherò
con lui per la Pace e perché questo mondo abbia meno paura – conclude il
sindaco -. Nel frattempo la task force nazionale e quella regionale, che
includono le migliori competenze in ambito sanitario ed emergenziale, stanno
lavorando incessantemente alla definizione di protocolli operativi da attuare
per prevenire il contagio e limitarne la diffusione, nella malaugurata ipotesi
che casi di infezione si verifichino anche sul nostro territorio in futuro”.