“Da oggi i cittadini di San Nicandro Garganico
diventano proprietari dello storico Castello normanno-aragonese e potranno
trasformarlo in un forte attrattore turistico-culturale”.

 Lo ha detto l’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione
unitaria, Raffaele Piemontese, che ha consegnato, stamattina, al sindaco
Costantino Ciavarella il provvedimento che trasferisce la somma di 386 mila
euro dalla Regione Puglia al Comune garganico che procederà all’acquisto di un
immobile la cui edificazione risale al IX Secolo, quando i Normanni costruirono
una prima torre di avvistamento.

“È un’operazione – ha proseguito Piemontese – che non
ha solo un grande valore simbolico, dato che il destino di un edificio
identitario torna nelle mani della sua comunità, ma ha anche una portata
economica sostanziale perché San Nicandro Garganico può intercettare una
tendenza positiva che mette nelle condizioni di proporsi su scenari più larghi,
candidando il Castello a bandi regionali, nazionali ed europei, per progetti di
ristrutturazione e valorizzazione”. 

La storica vicenda del Castello partita con i Normanni è
proseguita anche per l’utilizzo dell’edificio da parte di Federico II di Svevia
come base per le sue battute di caccia, dall’essere rifugio segreto nella fuga
dall’esilio di Papa Celestino V. Passò nel possesso di almeno una decina di
feudatari prima di arrivare, nel XV° secolo, all’ampliamento degli Aragonesi.
Fino ai circa 150 anni di appartenenza ai Principi di San Nicandro, come erano
chiamati i Cattaneo della Volta Paleologo, potente famiglia del Regno di
Napoli. 

Un manufatto di grande rilevanza culturale, adiacente a
Palazzo Fioritto dove ha sede la più grande biblioteca civica della provincia
di Foggia, dopo “La Magna Capitana”, e alla cinquecentesca Chiesa
Madre di Santa Maria del Borgo, contenente pregiate statue lignee della scuola
napoletana.

Per decenni è appartenuta alla famiglia Tozzi e Giovanni
Tozzi era presente, stamattina, allo storico momento che avvia il passaggio
alla proprietà pubblica del Castello.

“È partita proprio da qui, dalle segnalazioni di
alcuni giovani amministratori pubblici di San Nicandro – ha ricordato
l’assessore Piemontese – la sollecitazione a occuparsi dei pochi edifici
storico-culturali pugliesi ancora appartenenti a privati e, a dicembre 2017,
scrivemmo un articolo della Legge di Stabilità regionale 2018, che
stanziava contributi economici per acquisire al patrimonio pubblico beni
culturali”.

Un’opportunità già utilizzata dal Comune di San Marco la Catola,
sempre in provincia di Foggia, per acquisire il Palazzo Ducale; dal Comune di
Latiano, in provincia di Brindisi, per comprare Palazzo Bartolo Longo; dal
Comune di Faggiano, in provincia di Taranto, che ha acquisito al suo patrimonio
un’area per la realizzazione del Parco territoriale; dai Comuni leccesi di Patù
per acquisire la Cripta di Sant’Elia, di Neviano che ha acquisito il
“Castiuddrhu” e di Nardò per acquistare le aree di Pianoro di Serra
Cicora. 

“L’offerta turistico-culturale pubblica pugliese si
arricchisce di nuovi luoghi e itinerari possibili – ha concluso Piemontese – e
sappiamo che, secondo le analisi elaborate dalla Banca d’Italia sul turismo
internazionale, la prima cosa che viene in mente ai turisti che vengono in
Puglia con la motivazione di fare un viaggio culturale sono, per il 21 per
cento, proprio i castelli”.