È piena emergenza idrica nelle province di Taranto e
Foggia, dove sta per scoppiare in tutta la sua gravità la questione
irrigazione. Nella zona occidentale del Tarantino, infatti, sia “l’Arif
che il Consorzio di Bonifica stanno bloccando i dipendenti a causa dell’emergenza
coronavirus”, ha spiegato Vito Rubino, direttore provinciale di CIA Due
Mari (Taranto-Brindisi). “Dalla diga di San Giuliano, in Basilicata, si
stanno regolarmente permettendo le irrigazioni di soccorso, assolutamente
fondamentali per ovviare alla prolungata siccità degli ultimi 2 mesi”, ha
aggiunto Rubino, “mentre la situazione più critica riguarda la diga del
Sinni, che eroga sia per il fabbisogno potabile che per quello agricolo. Il
livello è sceso moltissimo e l’invaso non ha più le risorse sufficienti per le
irrigazioni di soccorso”. “La situazione è critica”, ha
dichiarato Pietro De Padova, presidente provinciale CIA Due Mari. “Andando
avanti di questo passo, in pochi giorni solo gli agricoltori che hanno a
disposizione dei pozzi potranno irrigare, mentre altre centinaia di aziende
agricole resteranno a secco, con danni incalcolabili per le colture che hanno
bisogno di acqua proprio in questo momento”.

La siccità potrebbe trasformare in un disastro la prossima
campagna cerealicola in provincia di Foggia. Negli ultimi 60 giorni è piovuto
solo in un paio d’occasioni e senza grandi volumi di precipitazioni. “Il
grano, che proprio in questo periodo avvia la sua lenta e progressiva fase di
maturazione, è in forte sofferenza proprio a causa dell’assenza di pioggia
degli ultimi due mesi”, ha spiegato Nicola Cantatore, direttore
provinciale di CIA Capitanata. “La beffa è che, proprio nel momento in cui
finalmente stanno salendo le quotazioni del prodotto, la siccità può
pregiudicare in modo decisivo la quantità e la qualità del grano da raccogliere
nei prossimi mesi”, ha aggiunto Michele Ferrandino, presidente provinciale
di CIA Capitanata.

PASCOLI ARIDI, ALLEVAMENTI IN CRISI. La siccità sta creando
una situazione critica anche agli allevamenti. I pascoli sono aridi. La
vegetazione che serve a nutrire gli animali non riesce a crescere. Gli
allevamenti sono costretti a sobbarcarsi costi suppletivi per nutrire il
bestiame. E’ una situazione che accomuna tutte le aree della Capitanata, a
cominciare dal Gargano, dove più rilevante è la presenza di allevamenti, ma
anche sui Monti Dauni la situazione è sempre più critica. A testimoniare l’evidente
drammaticità del momento c’è il Lago Pescara, uno specchio d’acqua alimentato
dalle sorgenti che nascono sul Monte Cornacchia, la vetta più alta della
Puglia: il lago è quasi completamente in secca. Sono in secca o al livello
minimo anche i tanti corsi d’acqua che caratterizzano la provincia di Foggia.

LA CRISI DEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO. L’inattività di
bar, ristoranti e di tutti gli esercizi della ristorazione più in generale, sta
determinando una diminuzione dal 25 al 40% dei consumi di latte. Il settore
lattiero-caseario è presente anche in Capitanata con alcune aziende
d’eccellenza. Particolarmente critica è la situazione delle aziende che
producono latte-bufalino. “E’ un grido d’allarme che raccogliamo da
Lucera, in modo particolare, ma anche da altre realtà presenti in
Capitanata”, ha aggiunto Cantatore. “Occorre che la Regione Puglia
individui soluzioni per una situazione emergenziale che, potenzialmente, può
portare in poche settimane alla perdita di molti posti di lavoro se non direttamente
alla chiusura delle aziende”.

MENO 142 MILIONI DI METRI CUBICI D’ACQUA. I dati sulle
risorse idriche a disposizione degli invasi di Capitanata sono allarmanti.
Rispetto al 18 marzo 2019, la diga di Occhito contiene 100milioni di metri
cubici d’acqua in meno. L’invaso posto al confine col Molise è praticamente
dimezzato rispetto all’anno scorso. Complessivamente, i quattro invasi gestiti
dal Consorzio di Bonifica della Capitanata hanno accumulato un deficit di 142
milioni di metri cubici d’acqua negli ultimi 12 mesi.