“Fino ad oggi la sanità pugliese è
andata avanti solo con le proprie scorte di DPI”: così Il presidente della
Regione Puglia Michele Emiliano dopo aver partecipato alla riunione odierna del
comitato operativo di protezione civile, nell’ambito del quale è stata
affrontata tra le altre la questione dei dispositivi di protezione individuale
(DPI) indispensabili a medici, infermieri e operatori sanitari per lavorare in
sicurezza.

Emiliano riferisce che: “È evidente
che ci sono stati problemi a livello centrale sia nel trasporto dei DPI, che
non hanno consentito l’arrivo di ciò che era previsto, sia nel dimensionamento
della nostra parte di DPI. Qualcuno ha pensato, sbagliando e devo dire che
hanno subito corretto, che il quantitativo dovesse essere legato alla virulenza
dell’epidemia e quindi al numero dei casi.

Invece ho fatto presente che il
quantitativo di dispositivi di protezione individuale deve essere legato al
numero di medici e di popolazione che ogni regione ha, a prescindere dalla
virulenza del virus. E devo dire che sono stati rapidi nel comprendere che
avevamo ragione. Aspettiamo che la pianificazione delle attrezzature e di DPI
di cui abbiamo bisogno venga corretta e che venga regolarizzata già
da domani la distribuzione”.

“La distribuzione dei dispositivi
di protezione individuale – dichiara Emiliano – mascherine, occhiali e tute per
personale sanitario, è centralizzata da quando è stata dichiarata l’emergenza e
fa capo alla Protezione Civile di Roma.

Sento fortemente come fossero mie
le proteste legittime di tutto il personale sanitario della Puglia sulla
mancanza di DPI e mi sto tenendo dentro, come un pugno nello stomaco, tutti
quelli che stanno approfittando di questa situazione per abbattere il nostro
morale. La verità è che ci stiamo battendo tutti insieme per procurare al
personale sanitario e a tutti coloro che ne hanno bisogno i DPI”.

Il dirigente della Sezione
Protezione Civile della Regione, Mario Lerario fornisce un aggiornamento sulla
quantità di materiale  arrivato in Puglia da parte del Dipartimento della
Protezione Civile nazionale e rende noto il fabbisogno quotidiano del sistema
sanitario.

“Il fabbisogno giornaliero di DPI,
se limitiamo il campo di applicazione a mascherine, tute, tamponi, occhiali, e
guanti è rispettivamente pari a 135.000 mascherine di tipo chirurgiche, ad uso
degli operatori in genere, 33.500 mascherine del tipo ffp2, ad uso del
personale sanitario che opera nelle strutture sanitarie,  33.500
mascherine ffp3 ad uso di chi opera nel contesto delle strutture deputate
all’assistenza diretta dei pazienti COVID,  21.000 tute di protezione
individuale – tipo 4, 2000 tamponi per l’effettuazione dei test COVID, 6700
visiere di protezione/occhiali.  

Dall’inizio dell’emergenza ad oggi
26 marzo, anche a seguito delle difficoltà insorte a livello internazionale, le
forniture ordinate da soggetti diversi dalle amministrazioni pubbliche e di
protezione sono di fatto requisite e rientrano nelle disponibilità del
Commissario per far fronte all’emergenza. Gli stock disponibili si sono di
fatto esauriti, e le forniture da parte del Dipartimento Nazionale di
Protezione Civile necessitano di regolarizzazione sia con riferimento ai
criteri di assegnazione, che rispetto ai tempi di consegna.

Da inizio crisi ad oggi, in oltre
due mesi di emergenza, i numeri delle forniture dal Dipartimento Nazionale
registrano complessivamente la consegna di 252.400 mascherine di tipo Montrasio
(inutilizzabili nell’ambito dell’assistenza sanitaria), 304.100 mascherine
chirurgiche (pari alla fornitura necessaria per tre giorni circa), 59.000 ffp2
(pari al fabbisogno per due giorni circa),  6335 ffP3 (quelle da
utilizzare nei reparti per terapie intensive) e 1900 occhiali protettivi (ne
servono 6700 al giorno). 

5 sono i respiratori meccanici
arrivati per terapie intensive per attrezzare gli ospedali COVID, già allestiti
a tempo di record, a fronte di una richiesta fatta dalla Puglia di almeno 400
pezzi.

Si precisa che: gli articoli
arrivati sono quelli effettivamente scaricati nella sede della Protezione
civile o in depositi analoghi e a disposizione del sistema sanitario e di
protezione civile pugliese. Non sono articoli in ordine, o
programmati, pagati e non arrivati. Il sistema sanitario pugliese –  quindi –  si è fondamentalmente poggiato sulle scorte
provenienti dai propri ordini”.