Produrre un
vino senza solfiti aggiunti e privo di additivi chimici di ogni tipo, ma che al
tempo stesso conservi quelle caratteristiche organolettiche che i consumatori
si aspettano, senza difetti, come molti definiscono il vino del contadino, è
un’impresa complessa che richiede anni di studio e sperimentazione. A Colli della
Murgia, prima azienda vitivinicola biologica pugliese nata nel 1990 nel
territorio di Gravina in Puglia, area agricola, ma fortemente innovativa nota anche
come “Murgia Valley”,  l’impresa è pienamente
riuscita. Ci sono voluti quasi 10 anni, per esaminare e superare i diversi
protocolli esistenti sui cosiddetti vini naturali, e giungere ad un proprio
metodo di sperimentazione, basato sull’equilibrio chimico del terreno e sulla
forma di allevamento della vite, con ceppi che si sviluppano in verticale, da
cui il nome della linea “Le Dritte”.

Dal 2011, nei
pressi della cantina, è stata creata una vigna sperimentale su una superficie
di circa 15.000 mq. Dopo un attento studio analitico su tutti gli elementi
chimici che compongono questo terreno, gli agronomi di Colli della Murgia hanno
puntato tutto sul mantenimento di un sostanziale equilibrio del terreno,
apportando le giuste sostanze organiche: «Se non c’è equilibrio tra questi
elementi chimici, non è assolutamente possibile ottenere uve (e quindi poi
vino) ricche di sostanza. – spiega Franco Ventricelli, produttore e fondatore
di Colli della Murgia – Questo equilibrio consente poi al vino di non avere
deficit a cui dover magari sopperire con prodotti chimici».

La
sperimentazione ha riguardato anche la forma di allevamento della vite: una
altissima intensità di ceppi per ettaro (circa 9.000), in maniera tale da
aumentare la competizione tra le piante e ottenere poca resa da ognuna di esse.
Le piante vengono allevate in maniera verticale: il ceppo (un unico tralcio)
che si estende direttamente verso l’alto, al fine di agevolare il percorso
della linfa fino alle zone periferiche della pianta stessa e poter “alimentare”
al meglio i pochissimi grappoli che ogni pianta riesce a portare a maturazione.

In questa vigna
sperimentale, Colli della Murgia ha deciso di scommettere su due delle varietà
più rappresentative nel panorama vitivinicolo del Sud Italia: Aglianico e Greco. Gli unici
trattamenti consentiti in questa vigna (come nelle altre di Colli della Murgia)
sono a base di rame e zolfo (ammessi in agricoltura biologica), utili al primo
soccorso della pianta da problemi ambientali, funghi o insetti. La vigna viene
costantemente monitorata con analisi di laboratorio, al fine di tenere sotto
controllo tutti i parametri biologici della terra, della pianta e del frutto. Per dar senso
alla sperimentazione, si devono lavorare solo uve sanissime e deve essere
evitata ogni singola procedura che possa anticipare e/o accelerare i processi
ossidativi. L’uva viene portata subito in cantina e lavorata immediatamente.

Tutto il
processo viene svolto in riduzione, cioè in assenza totale di ossigeno. Ogni
dettaglio viene curato nei minimi particolari per evitare che il prodotto entri
in contatto con l’ossigeno. Per attuare queste procedure si utilizzano dei
serbatoi specifici a tenuta stagna e, in fase di travaso, si utilizzano gas
inerti e particolari pompe. Questo vale fino alla fase di imbottigliamento,
anche quest’ultima svolta secondo gli stessi principi. Sia per le bottiglie di
Greco che per quelle di Aglianico si utilizzano tappi in sughero naturale.

A questa linea
di prodotto Colli ha dato il nome “Le Dritte”, proprio a voler sottolineare la
particolare forma di allevamento della vite, con le piante che, diritte,
guardano verso l’alto. La prima
vendemmia “finita in bottiglia” è stata quella del 2016, che ha prodotto circa
2000 bottiglie di vino bianco e circa 2500 di vino rosso. «Visto il successo
ottenuto da questi vini, l’azienda ha cercato di aumentare la produzione e per
la vendemmia 2019 le previsioni sono davvero lusinghiere», afferma soddisfatto
il produttore Franco Ventricelli, da sempre attento a mantenere standard di
qualità elevatissimi.

Infine, Colli
della Murgia è nota anche per il suo sguardo lungimirante alle nuove tecnologie
e ai sistemi di intelligenza artificiale, come l’impiego del primo chatbot per
una bottiglia di vino: si tratta del primo assistente virtuale per il settore
vinicolo che si attiva istantaneamente fotografando con lo smartphone il QR
code dell’etichetta, in grado di avviare conversazioni fluide con il
consumatore, fornire informazioni su azienda, vini e abbinamenti gastronomici, e
visualizzare lo storytelling del vino e della cantina, attivando appositi link
a contenuti multimediali. «Quella di
Colli della Murgia è la storia di vini artigianali che guardano al futuro e che
vogliono rafforzare sempre più il loro rapporto con il consumatore» fa notare Saverio
Pepe, direttore commerciale di Colli della Murgia.  L’azienda
pugliese è presente sui mercati nazionali ed internazionali, con un export del
50% nel mercato della ristorazione di alta qualità in Italia, Europa, Asia,
Usa, Canada, Messico, Cina, Giappone e Svizzera.