“Nasce tra luci
ed ombre il Dl Dignità appena siglato dal Colle. Per alcuni passaggi del
decreto crediamo siano necessari correttivi”. Così Daniela Fumarola, Segretaria
generale della Cisl Puglia sul provvedimento del Governo firmato giovedì sera
dal Presidente Mattarella.

“È senz’altro
un importante segnale l’ulteriore stretta alla pratica delle delocalizzazioni –
osserva la sindacalista – perché troppe volte, anche in Puglia, abbiamo
assistito a ‘traslochi’ di aziende che avevano approfittato di contributi
pubblici e sconti fiscali per l’acquisto di beni strumentali e macchinari,
svaniti anch’essi come l’occupazione. Nella nostra regione tanto bisognosa di
lavoro tante le aziende del tessile abbigliamento e calzature, call center e
del mobile imbottito hanno trasferito le loro produzioni dopo aver
cannibalizzato le risorse a disposizione”.

Più di qualche
perplessità, invece, la riserva sulle parti che riguardano precarietà e lavoro.
“Non ci piace – spiega Fumarola – il trattamento riservato al lavoro
somministrato, che viene associato al tempo determinato nella disciplina sulle
causali, sulle durate e sullo ‘stop and go’. Una sovrapposizione che rischia di
far cadere nel sommerso tanti lavoratori oggi tutelati da contratti e welfare
integrativo. Partendo dall’errato presupposto che quello in somministrazione
sia un contratto da abiurare”.

“In Puglia –
ricorda ancora Fumarola – nel 2017 le trasformazioni da tempo determinato a
tempo indeterminato sono state 14.883 contro le 15.881 del 2015. I contratti di
apprendistato trasformati in tempo indeterminato erano 2.613 nel 2015 e sono
scesi a 2.026 nel 2017. A crescere, quindi, sono quasi solo i contratti a
termine. Tipologia su cui la Cisl chiede da sempre non la cancellazione o
l’irrigidimento normativo quanto, piuttosto, che semplicemente costi di più, di
modo che l’impresa lo utilizzi quando davvero ne ha necessità. E che, alla luce
delle nuove norme, venga restituito protagonismo alla contrattazione aziendale
territoriale nella definizione delle regole sulle causali per i rinnovi perché
le aziende non sono tutte uguali”.

“Per arginare
la precarietà – incalza la sindacalista – occorre soprattutto incentivare
l’apprendistato duale e i contratti a tempo indeterminato, che vanno
considerati i due canali principali di ingresso nel mercato del lavoro. Va in
particolare abbattuto il cuneo fiscale con la redistribuzione di parte delle
risorse risparmiate a favore dei lavoratori. Operazione necessaria specialmente
al Sud, dove è più urgente un rilancio delle condizioni delle famiglie e dei
consumi”.

Negativo,
infine, il parere sulla reintroduzione dei voucher in agricoltura e turismo.
“Il loro ripristino va assolutamente scongiurato, se non nei casi di impieghi
davvero saltuari e occasionali e per i bisogni delle famiglie – conclude la
Segretaria –. Non è certo il caso di comparti come l’edilizia, l’agricoltura e
il turismo, che vivono di stagionalità e che per questo sono coperti da una
contrattazione estremamente flessibile, che prevede anche la chiamata a
giornata, ma che integra tutele su previdenza, malattia, maternità, welfare
integrativo che nessun ‘buono lavoro’ può assicurare. Per la Puglia, con la sua
vocazione agricola e turistica, il ritorno dei ticket sarebbe un tremendo e
antistorico passo indietro”.