Con l’arrivo dell’inverno crescono le richieste d’aiuto da
parte dei senzatetto e delle persone in difficoltà. Per questo motivo il comune
di Bari ha presentato il piano operativo cittadino per l’Emergenza freddo
predisposto dall’assessorato comunale al Welfare in collaborazione con i
soggetti della rete cittadina per il contrasto alla povertà estrema al fine di
fronteggiare le criticità che si presentano nel periodo invernale,

“Il piano che oggi presentiamo è parte di un lavoro
più ampio che da 5 anni stiamo portando avanti e che ci ha permesso di elaborare,
come città di Bari e assessorato al Welfare, il primo programma cittadino di
contrasto alla grave marginalità adulta, a partire dai bisogni espressi dal
territorio – ha dichiarato Francesca Bottalico -. Con oltre 60 realtà
territoriali in questi anni abbiamo affrontato diverse urgenze e, grazie a un
importante lavoro di coordinamento, reso gli interventi strutturati e
integrati. Quindi siamo orgogliosi di poter dire che non lavoriamo più in
emergenza, perché tutto questo rientra in un percorso di interventi quotidiani
e altamente professionali, rivolti alle fasce più fragili della cittadinanza,
dagli anziani alle persone senza dimora. Avevamo prefissato degli obiettivi a
breve, medio e lungo termine, primo su tutti l’incremento dei posti in
accoglienza, che salvaguardassero le relazioni e la rete parentale e amicale,
anche tra i senza dimora. Abbiamo fatto molto di più, triplicandoli e avviando
l’esperienza delle case di comunità, non semplici posti letto ma veri e propri
contesti familiari, aperti notte e giorno. Oltre ai 370 ordinari, abbiamo
previsto anche l’allestimento di 94 posti in più in caso di temperature molto
basse. Inoltre, attraverso il monitoraggio dell’unità di strada comunale, il 13
notte perlustreremo il territorio cittadino per verificare la presenza di
persone senza dimora provenienti da altri paesi dell’are metropolitana, come
ormai accade da qualche anno, anche alla luce degli effetti che il decreto
Salvini sta già provocando in città. Da poche settimane è entrata in vigore
anche la regolamentazione della residenza anagrafica per le persone senza
dimora, che ci permetterà finalmente di offrire maggiore tutela socio-sanitaria
e l’accesso ai servizi di orientamento.

Accanto alle azioni di intervento sociale, il piano prevede
anche una serie di attività di aggregazione che possano far sentire meno soli
tante donne e uomini in un periodo di festa come questo: saranno organizzati
pranzi e cene solidali in occasione dei giorni di festa e, grazie
all’instancabile lavoro delle mense parrocchiali e delle associazioni di
volontariato, tutti i giorni saranno garantiti pasti e servizi di base (abiti,
servizi igienici, docce, orientamento sociale e legale) a quanti versano in
condizioni di difficoltà.

L’altra novità è rappresentata dall’avvio, proprio in
questi giorni, di sei progetti sperimentali di contrasto alle povertà
alimentari e sociali, come il primo banco farmaceutico cittadino, che
contribuiranno a rendere più efficiente la macchina della solidarietà
cittadina”. “Desidero ringraziare l’assessorato al Welfare e tutti i
componenti della rete cittadina per quanto si sta realizzando a Bari – ha detto
don Vito Piccinonna -. Penso che in questo momento storico sia
importante spronare la società civile con messaggi educativi e solidali in modo
che scelgano di dedicare una parte del loro tempo a quanti sono in condizioni
difficili. Tanto più che, con l’approvazione del decreto sicurezza, tanti
fratelli e sorelle vivranno tempi particolarmente duri. Vedo e ascolto migranti
preoccupati per la loro sorte e noi tutti abbiamo il dovere di stargli vicino.
Per questo la Caritas ha aderito alla manifestazione nazionale che lunedì 10
dicembre, in occasione dei 70 anni dall’approvazione della Dichiarazione universale
dei diritti umani, si terrà in molte città italiane. A Bari partiremo alle
18.15 da piazza Cesare Battisti. Spero partecipino in tanti per manifestare la
nostra visione di una società più giusta e solidale nei confronti di chi ha più
bisogno di sostegno, al di là del colore della sua pelle o della sua fede
religiosa”.