Di seguito l’intervista
completa a Rocky Malatesta, presidente del Cesvir di Bari, pubblicata sulla
rivista russa “Italia”.

 

“Il
mio obiettivo? Punto ogni anno a realizzare eventi che sorprendano più delle
edizioni precedenti. Ormai
sono diverse centinaia gli artisti russi che attraverso i nostri Festival si
sono esibiti in Italia e tantissimi i talenti nati nella nostra regione che
hanno incantato i palcoscenici di Mosca e dintorni. Questa lunga strada è percorsa
grazie alla Diplomazia della Cultura”.

 

Titolo
a pag. 28:      La Diplomazia della Cultura. Bari, Russia
e San Nicola

Rocky
Malatesta è fondatore e presidente del Cesvir, Centro Economia e Sviluppo
Italo-Russo di Bari. Dal 2007 organizza il “Giardino estivo delle arti russe in
Italia” e il “Festival dell’arte italiana della Regione Puglia a Mosca”. La
rivista “ITALIA – Made in Italy” è legata alla Puglia dai rapporti di amicizia
e con molto piacere collabora con il Festival di Mosca come partner
mediatico. 

 

Con molto successo si è
appena conclusa la XIII edizione del Festival dell’arte russa, che ormai ha
esteso il suo raggio d’azione non solo su Bari e le sue immediate vicinanze…

 

La
geografia del Festival continua ad ampliarsi. Quest’anno abbiamo coinvolto non
solo i comuni di Mola di Bari e Polignano a Mare, che ormai sono diventati i
nostri partner abituali, ma siamo arrivati anche al Castello Aragonese di
Taranto, dove ci ha accolto la Marina militare, e a Matera, la Capitale europea
della cultura 2019.

 

I russi conoscono Bari per
il culto di San Nicola. Oggi ci sono finalmente due voli diretti che uniscono
Bari a Mosca, un bel supporto per quella che lei definisce “Diplomazia della
cultura” come la strada che davvero unisce la Russia e la Puglia.

 

Abbiamo
toccato tutti con mano questo legame storico tra Bari e la Russia nel nome di
San Nicola lo scorso anno in occasione dell’esposizione delle reliquie del
vescovo di Myra a Mosca e San Pietroburgo. Ma è solo uno dei tanti, pur sempre
importantissimo, momento del nostro lungo cammino, che spesso abbiamo fatto
ostacolati dagli squilibri internazionali. Ci ha portato a superare le
diffidenze, le barriere economiche e le distanze geografiche o linguistiche.

Solo
in apparenza la cultura non genera, diversamente da come fa un volo diretto o
uno scambio commerciale, importanti risultati. La “Diplomazia della cultura” è
sempre stata la mission principale del Cesvir: aspiriamo a tessere relazioni
basate sulla conoscenza reciproca, su legami sinceri capaci di superare
incomprensioni e pregiudizi. La cultura alimenta in modo naturale anche la
conoscenza delle destinazioni, in quanto mete di turismo e di business.

 

A Bari e in Puglia lei è
diventato un punto di riferimento quando si parla di Mosca, di Russia, di
cultura e di rapporti istituzionali bilaterali. Ma anche per molti russi lei è
il primo nome che viene in mente quando si parla di Bari, grazie alle relazioni
da lei così ben coltivate in questi 15 anni.

 

Questa
sua affermazione mi onora. Negli anni, ricoprendo diversi ruoli in ambito
pubblico e poi con il Cesvir, ho costruito un’importante rete di relazioni,
alcune delle quali si sono trasformate in profonde amicizie. Penso alle tante
edizioni della Task-Force Italo russa, un evento economico bilaterale, grazie
al quale, con la delega dell’allora presidente Vendola, ho rappresentato la
Puglia in otto forum svolti in altrettante regioni russe e italiane. Ne
organizzammo uno indimenticabile proprio a Bari nell’ottobre 2010. E come non
menzionare che quest’anno, per la prima volta, il nostro Festival invernale,
che si è fregiato di un accordo del Cesvir con il teatro Gelikon Opera di Mosca,
ha ottenuto oltre che il consueto sostegno del Ministero della Cultura russo e
della Regione Puglia, anche il pieno appoggio del governo della Città di Mosca.
Per diversi anni i nostri festival si sono potuti vantare di una madrina
d’eccezione: la signora Svetlana
Medvedeva, moglie dell’allora presidente russo. Inoltre da sempre gode di
un’altrettanta prestigiosa collaborazione con la Fondazione Russa della Cultura, presieduta dal grande regista Nikita Michalkov.

Nulla
però sarebbe stato possibile senza l’impegno e la passione dei nostri partner
russi del Centro dei Festival Cinematografici e dei Programmi Internazionali, guidati
dalla cara amica Tatiana Shumova, a cui sono grato per la tenacia e il cuore che
ogni volta mostra nel realizzare con noi sogni impensabili.

Non posso che essere grato, per aver accompagnato questo lungo
cammino, l’allora sindaco di Bari e attuale Presidente della Regione Puglia,
Michele Emiliano, che con grande lungimiranza ha sempre supportato le nostre
attività e i collaboratori del Cesvir, coordinati dalla validissima Evelina
Giordano, grazie ai quali si sono realizzati eventi sempre di straordinario
livello.

 

“L’arte è il
miglior mediatore tra nazioni, e c’è della magia in questo. E’ la sensazione
che il meglio debba ancora arrivare”.

 

Sentirla parlare con
grande entusiasmo fa sorgere una domanda spontanea: come nasce la sua
“passione” per la Russia?

 

Nel
2004, partecipando per la prima volta ad un nostro evento ufficiale della
Puglia a Mosca, venni profondamente colpito dall’emozione che i miei
interlocutori russi mostravano quando raccontavo di Bari e soprattutto di San
Nicola. Dopo qualche anno, durante i quali ho realizzato diverse attività per
favorire gli scambi Puglia Russia nei settori economici, grazie alla mediazione
della cara amica Marisa Florio, direttrice della sede di Mosca della Camera di
Commercio Italo Russa, ho avuto l’onore di conoscere Tatiana Shumova. Una sorta
di folgorazione. Abbiamo organizzato insieme il primo Festival dell’Arte russa
nel maggio 2007: è iniziato un lungo percorso ricco di occasioni di reciproco arricchimento.

In questi anni sono stato in Russia tante volte, e non solo a
Mosca e San Pietroburgo, ma il viaggio più memorabile l’ho fatto l’anno scorso
a Valdaj. Su invito dell’Università umanistica “San Tichon” ho vissuto per una
settimana nel monastero Iverskij insegnando la lingua italiana agli studenti di
una summer school. Trovarmi in questo posto meraviglioso carico di spiritualità
e vedere quanto interesse suscitava l’Italia agli studenti, è stato per me un
vero miracolo. Ancora oggi ricordo con il sorriso quando mi è stato chiesto di
cucinare “un piatto italiano” nella mensa del monastero per 40 persone: ho
cucinato la pasta, ed è andata così bene, che ho dovuto fare lo chef anche nei
due giorni successivi.

 

Tornando al tema della
religione: il turismo religioso, ci tiene a precisare, non va confuso con
l’aspetto economico legato agli affari commerciali.

 

Non farci trovare impreparati di fronte a tutto quello che
accadrà quando il fenomeno del pellegrinaggio esploderà in tutta la sua
pienezza non significa far diventare San Nicola un brand commerciale. Bari potrebbe
essere presto sede di un Consolato generale di carriera, dopo quello onorario
aperto un anno fa, che possa creare opportunità di collaborazione ancora più
solide. I Forum Italo – Russi,
che abbiamo organizzato a Bari in questi anni, hanno dimostrato che il
capoluogo pugliese ha le carte in regola per diventare polo attrattivo per
tutto il Sud Italia degli interessi economici, politici, culturali e religiosi
della Federazione russa. Questo è stato confermato anche dall’esperienza dello
Sportello Russia dell’AICAI, Azienda Speciale della Camera di Commercio di
Bari, da me ideato. Nel periodo della sua esistenza questa iniziativa ha
portato a risultati importanti in tantissimi settori economici.

Non dimentichiamo poi un altro passaggio rilevante nei nostri
rapporti bilaterali. Nel 2009, grazie all’impegno dell’amministrazione
comunale, a quel tempo ero consigliere del Sindaco di Bari per le relazioni con
la Russia, fu restituita al Patriarcato di Mosca la Chiesa russa di Bari edificata agli albori del ‘900 con il
sostegno economico dell’ultimo Zar Nicola II. Le
attività intraprese una decina di anni fa hanno portato risultati che
continuiamo a vedere ancora oggi.

C’è un interesse crescente della Russia
per Bari. Nel 2017 è stato girato un
docufilm su San Nicola che è andato in onda sul primo canale della tv russa.
Accanto al tema della fede il documentario ha raccontato
molto della città stessa. Se poi consideriamo
che tantissimi media stranieri hanno parlato della presenza delle reliquie di
San Nicola a Bari, e che il nostro Patrono è il più venerato dai circa 350
milioni di ortodossi nel mondo, allora ecco un quadro più realistico di ciò che
ci aspetta. Occorrerebbe lavorare su servizi integrati di accoglienza,
favorendo la diffusione di un livello base della lingua russa. Abbiamo il
dovere di offrire a coloro che verranno qui per San Nicola anche dei servizi che
sono propri del turismo leisure, ma dovremo sostenere anche il turismo legato
al business, di chi sceglierà di investire in Puglia, una regione dinamica e
propositiva.

In questo senso San Nicola non è solamente un monumento di fede
e spiritualità…

San Nicola letteralmente unisce
due popoli e due Chiese, ed è il simbolo della riapertura del dialogo tra la
Chiesa di Papa Francesco e il Patriarcato russo di Kirill. Bari, che nel 2018
ha ospitato l’incontro voluto da Bergoglio tra le Chiese cristiane, è un luogo
di incontro e di dialogo, riconosciuto universalmente come terra di Pace. Alla
base ha una profonda fede comune ma offre anche grandi opportunità dal punto di
vista turistico ed economico se non dimenticheremo di credere nel ponte
culturale, nel legame che storicamente unisce Bari e la Russia.

In
questo cammino di conoscenza reciproca sono proprio gli scambi culturali, la
musica, il cinema e le arti a rappresentare i più straordinari ed efficaci canali
di mediazione, e c’è un elemento magico in tutto questo.

Ed
è la sensazione che il meglio debba ancora arrivare!