Premio Caravella 2019 a Sandro Ruotolo (giornalista
d’inchiesta), Domenico Iannacone (Rai Tre), Francesco Piccinini (direttore
di Fanpage),  Luigi Pelazza (autore televisivo e inviato delle
Iene),  Manuela Moreno (Rai Due), Miquel Serra (direttore
del quotidiano spagnolo “Ultima Hora”); tutti i premiati saranno
presenti domani sera a Otranto, a Largo Porta Alfonsina (ore 21), nell’ambito
dell’ultima giornata del Festival Giornalisti del Mediterraneo, giunto
alla sua undicesima edizione e organizzato dall’associazione “Terra del
Mediterraneo” in partnership con il Comune di Otranto, Regione Puglia,
Assessorato all’Industria turistica e culturale, Università degli Studi di Bari
Aldo Moro, Corpo Consolare di Puglia, Basilicata e Molise.

 Che cos’è il coraggio, e quanto conta in una
professione come quella giornalistica, sempre in prima linea nella ricerca
della realtà e della verità? I premiati del Premio Caravella non hanno dubbi:
“Coraggio significa rispettare le proprie idee, i propri valori”,
spiega ad esempio Sandro Ruotolo, “cosa molto difficile quando si
resta soli”. E fare il giornalista nell’area del Mediterraneo, già di per
sé atto di coraggio (“perché bisogna essere coerenti con la propria
dimensione umana”), dà più stimoli che altrove, “essendo il bacino
del Mediterraneo una situazione centrale del mondo, soggetta a più
“contaminazioni”, aggiunge Domenico Iannacone. “Ma fare il
giornalista significa raccontare la verità, dunque il coraggio è intrinseco:
bisogna solo uscire dalla paura”. Coraggio, ovvero “capacità di
accettare i cambiamenti, che sono inevitabili: ma senza snaturare il proprio
modo di pensare”. Così Francesco Piccinini, cui fa eco Luigi Pelazza:
“Coraggio è la curiosità che mi porta ad andare sempre avanti, ad indagare
la realtà, anche se poi per fortuna subentra la paura, quel sentimento che ad
un certo punto ti fa fermare, altrimenti il coraggio diventa incoscienza.
Coraggio e paura, due facce della stessa medaglia”. Superare se stessi e
le proprie paure: questa la sintesi del concetto per Manuela Moreno, che
considera il coraggio, nella professione giornalistica, “riuscire a
superare tutti gli ostacoli tra me e la verità”; il che, nel Mediterraneo,
area in cui si concentrano molteplici e confliggenti interessi, “è
abbastanza pericoloso”.  Coraggio, ovvero “la forte difesa delle
nostre convinzioni, senza tenere conto delle conseguenze negative che la nostra
linea editoriale può causare”: parola di Miquel Serra, direttore di
“Ultima Hora”.

 

Ultimo dibattito della XI edizione del Festival su minori e
media, di seguito i dettagli:

 7 settembre, ore 20.30, Piazza del Popolo

“Minori ed educazione ai media: il ruolo del
Corecom”

Interventi di Domenico Viola, docente di Statistica
Università di Bari; Cecilia Scaldaferri, Agi; Marigea Cirillo,
Corecom Puglia. Modera Patrizia Camassa, Ordine dei Giornalisti di
Puglia

 Dice Marigea Cirillo: “I Comitati Regionali
per le Comunicazioni svolgono, com’è noto,  la propria funzione di
vigilanza e garanzia nel settore delle comunicazioni – grazie alle deleghe loro
conferite da Agcom (Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni) – e
hanno particolare competenza sulla tutela dei minori e sui contenuti mediatici
loro dedicati. In questa ottica il Corecom Puglia ha ritenuto opportuno alzare
il grado di attenzione sui rischi della navigazione in rete per i minori, dopo
i numerosissimi casi di cyberbullismo e istigazione all’odio (“Hate
speech”) segnalati dall’Ocse e dal Libro Bianco Media e Minori 2.0. Di qui
l’attivazione di diverse azioni per favorire l’educazione ai media ed un uso
più responsabile e consapevole della Rete. In collaborazione con la Polizia
Postale e l’Ufficio Scolastico Regionale, Corecom Puglia ha di recente curato
la pubblicazione “Comunica in sicurezza”, un vero e proprio corso di
media education che aiuta a riconoscere e, per quanto possibile, ad evitare le
trappole del web. Questo perché i ragazzi – e ancor più i loro genitori – 
spesso ignorano letteralmente le insidie di quello che è divenuto un autentico
“Far Web”. Oltre a non sapere che attraverso comportamenti inadeguati
in rete possono incorrere in specifici reati a cui corrispondono espresse
sanzioni”.