Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di
morte prematura in Europa e contribuiscono al continuo aumento dei costi
dell’assistenza sanitaria. Oggi si possono definire le patologie croniche a più alto
impatto sulla sopravvivenza, sulla qualità di vita e sull’assorbimento di
risorse.

Richiedono una costruttiva integrazione nella gestione dei
percorsi diagnostico-terapeutici tra l’ospedale e il comparto delle cure
primarie.

Tutte tematiche che saranno affrontate durante il congresso
“CardioBat2019”, che si terrà il 18 e 19 ottobre a Trani a Palazzo San Giorgio.
Promosso e organizzato dall’Unità Operativa Dipartimentale di Emodinamica di
Andria, diretta dal dottore Francesco Bartolomucci, con la collaborazione della
segreteria organizzativa di C.lab Meeting (info 080.5061372),  sarà occasione per fare il punto sulle
strategie di prevenzione primaria e secondaria nel controllo dei fattori di
rischio.

La prontezza nella diagnosi e nel trattamento degli eventi
acuti (quali l’infarto del miocardio e la fibrillazione atriale), e le corrette
strategie nella gestione del malato cardiovascolare, riducono la mortalità e la
disabilità.

Inoltre, sarà dato ampio spazio alla responsabilità
professionale e alla gestione dell’esercizio della professione medica.

Invece, del consolidato ruolo dell’emodinamica di Andria
nel trattamento dell’infarto miocardico acuto se ne discuterà nel panel dal
titolo “La gestione del rischio dopo infarto miocardico”. Da diversi anni ormai
il Laboratorio di emodinamica del PO di Andria si attesta stabilmente tra i
primi tre centri di Puglia in merito al numero di pazienti trattati in
emergenza per infarto miocardico acuto (227 pazienti trattati nel solo 2018 con
un trend ancora in crescita nel 2019). Inoltre, da una analisi de Il Sole 24
ore relativa alla salute degli italiani, è emerso come la Asl Bat grazie
ad  una efficiente rete per il
trattamento dell’infarto miocardico acuto abbia un basso tasso di mortalità per
tale patologia tanto da collocarla al quinto posto a livello nazionale in
questo ambito.

L’argomento sarà approfondito anche dal professore
Francesco Romeo, che presenterà una Lettura Magistrale dal titolo “Prevenire
l’infarto si può? Un nuovo marcatore genetico consente di identificare i
soggetti più a rischio”.

Da alcuni mesi è partita inoltre una attività di
trattamento delle arteriopatie periferiche. Attraverso un approccio percutaneo (ossia
non chirurgico), è possibile, infatti, diagnosticare e trattare gravi patologie
a carico dell’asse carotideo e degli arti inferiori.  Oltre ad evitare la “migrazione” di pazienti
fuori dalla Asl Bat,  tale attività è indispensabile
al fine di evitare l’insorgenza di patologie pericolose o gravemente
debilitanti.  

Un momento goliardico del congresso, ma di fondamentale
interesse, sarà quello dei “Campionati italiani di eco-wars”, coordinati dal
professore Miguel Garcia Fernandez dell’Università di Madrid, che condurrà il
challenge su nuove tematiche ecocardiografiche e metterà a confronto cardiologi
della Asl Bat contro cardiologi della Asl Bari.

Non mancano sfide per il futuro. Infatti, l’Unità Operativa
di Andria strizza l’occhio al trattamento delle patologie cosiddette “strutturali”
ossia quelle a carico di strutture complesse del cuore, che fino a pochi anni
fa erano ad appannaggio esclusivo dei cardiochirurghi. Tramite un accesso percutaneo
è infatti possibile trattare patologie a carico della valvola aortica di cui se
ne discuterà nel confronto tra la cardiochirurga Lucia Torraca e l’emodinamista
Alfredo Marchese nel panel dal titolo “Cardiochirurgia e dintorni”.