Continua inarrestabile l’avanzata della Xylella fastidiosa
con altre 120 piante risultate infette alle analisi, di cui 117 olivi, 2
mandorli ed 1 oleandro. A darne notizia è Coldiretti Puglia, sulla base dei
dati resi noti da InfoXyella, relativi ai risultati delle analisi riferiti ai
campioni di olivi del sesto aggiornamento del monitoraggio 2019 che hanno
conclamato la presenza della malattia su 71 piante tra ulivi, mandorli e
oleandro in territorio brindisino, di cui 56 a Ostuni e 15 a Ceglie Messapica, mentre
49 ulivi risultati infetti ricadono in quattro comuni della provincia di
Taranto, di cui 4 a Monteiasi, 19 a Montemesola, 19 a Crispiano e 7 a Taranto,
dove si assiste ad un nuovo ritocco del fronte della batteriosi che è
attualmente spostato più ad ovest (Longitudine 17.2971) rispetto ai precedenti
aggiornamenti.

“Le nuove infezioni accertate confermano che continua la
virata e l’avanzata della malattia sul fronte tarantino verso Matera.
L’infezione colpisce anche altre specie, come testimoniato dai risultati delle
analisi sulle due piante di mandorlo, come precedentemente accaduto alla pianta
di rosmarino sempre ad Ostuni. Ciò rende ancora più necessario che gli
agricoltori abbiano la possibilità di diversificare le attività colturali per
garantirsi un futuro imprenditoriale realistico, affidandosi ai dati
scientifici”, ribadisce Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra
enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare
speranza di futuro ai territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e
paesaggistico”, aggiunge ancora Muraglia.

La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare
(EFSA) – precisa la Coldiretti – ha lanciato l’allarme sulla diffusione della
Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono
stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla
Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord.

Sotto accusa però ci sono anche le responsabilità
comunitarie a partire – sottolinea la Coldiretti – dal sistema di controllo
dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare
materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi
è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali
di Rotterdam. Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un
appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è
estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il
contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il
patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto.

Per effetto dei cambiamenti climatici e della
globalizzazione – conclude Coldiretti – si moltiplica l’arrivo di materiale
vegetale infetto e parassiti vari che provato stragi nelle coltivazioni e per
questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia
a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task
force.