Si è svolta
stamattina in piazza Umberto, a Carbonara, la cerimonia di commemorazione
dell’omicidio di Gaetano Marchitelli, giovane vittima innocente di mafia alla
presenza del sindaco Antonio Decaro e della presidente del Municipio IV Grazia
Albergo.

“Orami
sono passati 16 anni – ha detto il sindaco – Gaetano ne aveva solo 15
quando l’hanno ammazzato, qualcuno dice che quella sera era nel posto
sbagliato. Ma in realtà non esistono posti sbagliati, perché ognuno di noi deve
essere libero di andare dove vuole. Esistono, invece, persone sbagliate, quelle
che lo hanno ucciso, persone per le quali la vita degli altri, la vita di un
innocente, non vale niente. Gaetano 16 anni fa è stato ucciso a causa della
guerra tra due clan rivali, gli Strisciuglio e i Di Cosola, ed è di ieri la
notizia che l’organizzazione dei Di Cosola è stata definitivamente spazzata via
con la notifica di 40 ordini di carcerazione, 20 dei quali nei confronti di
persone già detenute. Restano gli Strisciuglio, che stanno provando a recuperare
terreno, a Bari e in altre città del barese, ma sono sicuro che le Forze
dell’Ordine e la Magistratura riusciranno a cancellare anche loro dal nostro
territorio e dalla nostra comunità. Una comunità che deve trovare la forza di
reagire: ritrovarci insieme, anno dopo anno, per ricordare Gaetano significa
dire che non dimentichiamo l’omicidio di un ragazzo giovanissimo, un ragazzo
per bene, che studiava e che faceva piccoli lavoretti per guadagnarsi da vivere
e non gravare sulla sua famiglia.

Oggi Gaetano
avrebbe avuto 31 anni e, sebbene niente potrà restituirlo ai suoi genitori,
Vito e Francesca, il nostro essere qui equivale a ribadire che non abbiamo
nessuna intenzione di voltare la faccia dall’altra parte quando incontriamo
quelle persone, quelle persone che estorcono, taglieggiano, ricattano e
uccidono. Per questo è importante denunciare, come hanno fatto gli imprenditori
che con la loro testimonianza hanno inchiodato gli affiliati al clan Di Cosola.
È importante denunciare, anche in forma anonima, non solo per se stessi, ma per
un’intera comunità che vuole affermare che ogni vita ha valore e che quello che
è accaduto a Gaetano non deve più ripetersi”.